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PETER DOIG – MICHAEL RAEDECKER
Inaugurazione : Sabato 8 Aprile ore 19,30 – Dall 8 Aprile al 12 Maggio 2000.
Seguire con lo sguardo la linea dell orizzonte e all’interno del paesaggio, percepirne i dettagli acutizzando i sensi essendo protagonista e spettatore, analizzare e memorizzare quello che i nostri sensi registrano e filtrano con la sensibilità che ci accompagna in quel tempo e in quello spazio.
Una piccola scatola nera , nella mente, può essere aperta e rivivere le immagini : la nostra volontà, un dettaglio, un odore, possono permetterci di attivare il nostro codice affinchè la memoria ci fornisca il nostro privato documento. L’artista presiede nella costruzione delle immagini ai molteplici input forniti dalla memorizzazione, dallo stato d’animo, dalla tensione alla rappresentazione di ciò che per lui è importante attraverso l’analisi dei dati registrati nel tempo e nello spazio. Le immagini sono filtrate e vengono create attraverso la cultura che distingue lo stesso creatore e dal grado di sensibilità che egli possiede. La classica rappresentazione a cui si accompagna solitamente nella pittura l’identificazione dell oggetto dipinto è il paesaggio e nel caso dei due artisti è più che esplicita questa predilizione verso la descrizione di immagini legate ad esso.
La nostra cultura contemporanea ha imparato dalla molteplicità delle immagini che ci circondano, fornite e create dai media, a nutrire il nostro immaginifico. L’artista è il traduttore di ciò che nella realtà e nei media è percepito: esso può fornircene una visione e profetizzarne gli eventi.
Anche in questo caso il lavoro dei due artisti è in tensione verso questi elementi. Nel caso della pittura di Peter Doig i dipinti, alcune volte onirici, sono legati ad una visione del paesaggio naturale descritto attraverso il filtro della cultura e della memoria delle tecniche della pittura moderna e dei media contemporanei. La stesura del colore, alcune volte acidi, altre volte soffusi, è combinata con elementi astratti o gestuali che si fondono mimeticamente all’interno del paesaggio. Questa pittura che coniuga l’immaginifico mediale alla cultura della rappresentazione pittorica ci conduce a dei non luoghi, spazi intesi come superfici di combinazioni cromatiche che possono attivare la nostra personale identificazione a luoghi o alla storia delle immagini che risiedono nella memoria collettiva.
Il lavoro di Michael Raedecker, comunque incentrato alla lettura del paesaggio o alla visione di interni o architetture combina elelementi tecnicamente e squisitamente pittorici a materiali estranei all’uso stesso della pittura. Alcuni elementi sembrano, a primo acchito, dipinti, ma ad una visione più attenta si rivelano essere fili di cotone o lana inglobati all’interno della stesura cromatica del quadro. Molte volte ricamati, questi fili tesi sulle superficie producono effetti tridimensionali creando una tensione atemporale e sospesa all’interno dell’opera. Ciò è amplificato dall’assenza della figura umana e dall’uso di tinte neutre che conducono la pittura verso una visione “metafisica”. Il quadro, ancora una volta, nella sua creazione e veicolatore di immagini crea una relazione tra le materie costitutive della rappresentazione e la percezione, nell’analisi della memoria delle nostre esperienze visive.
Peter Doig è nato in Edinburgo nel 1959 e vive a Londra – Mostre Selezionate : Berkley Museum, CA. – Kunsthaus Glarus, Glarus CH. – Kunsthalle Nurnberg, D. – Kunsthalle Kiel, Kiel – Withechapel Museum, Londra – Victoria Miro Gallery, Londra – Gavin Brown’s enterprise, New York – Contemporary Fine Art – Berlino.
Michael Raedecker è nato ad Amsterdam nel 1963 e vive a Londra – Mostre Selezionate : Van Abbe Museum, Eindhoven, NL – Stedelijk Museum, Amsterdam, NL- Whitechapel Museum, Londra – Contemporary Art Museum, Chicago – Biennale di Istanbul – M.Janssen Gallery, Colonia, D – The Approach Gallery, Londra.