DAVID JABLONOWSKI “ Hello Prediction!/Text Mining”
inaugurazione venerdì 31 Gennaio 2014 – dal 31 gennaio al 7 marzo 2014
orari galleria : dal martedì al venerdì dalle 15,00 alle 18,30
La telematica e l’utilizzo del web in una rete sempre più diffusa e globale permette la veicolazione di informazioni a ritmi sempre più serrati e veloci. Questa enorme massa di informazioni sembrerebbe rispondere a innumerevoli quesiti ma non ha però la possibilità di essere verificata in tempo reale secondo la formula di vero o falso, la stessa che il computer usa e da cui attingiamo informazioni.
Lo stesso problema, attualmente analizzato da alcuni filosofi contemporanei, è la corrispondenza del linguaggio usato che definisce i concetti con l’utilizzo e la trasformazione del significato delle parole che assumono valori contrastanti o opposti in contesti diversi. Negli ultimi tempi Google ha lanciato un programma chiamato Prediction API che sembrerebbe soddisfare la domanda filosofica di vero o falso distinguendo e catalogando nel web, attraverso un algoritmo, le informazioni che possono essere utili o non utili nella grande confusione delle informazioni che vi circolano. Anche se sembra assurdo, addirittura, dovrebbe essere in grado di analizzare gli stati d’animo di chi le ha prodotte. In pratica le predizioni analitiche oggi sono utilizzate in diversi settori : marketing, servizi finanziari, assicurazioni ed altri campi commerciali, di indagine sociologica e di settore ed avrebbero l’arduo compito di analizzare il linguaggio umano ed il suo significato.
Per David Jablonowski queste domande sono molto vicine a ciò che egli fà quando affronta il problema della scultura e quando dall’immaginazione deve dar forma all’opera che esporrà scegliendo i materiali idonei e la posizione che gli oggetti avranno nella composizione che essi assumeranno. David si è sempre interessato al valore della veicolazione della conoscenza e all’utilizzo di materiali legati a strumenti che riproducono le informazioni utilizzandone pezzi di produzione attuale o di archeologia tecnologica. Nel fare scultura l’artista non sottovaluta la sfera evocativa dei materiali classici come pietra o marmo, oppure attinti dal mondo naturale o impalpabili, come le impronte umane lasciate su materiali freddi come l’alluminio o plexiglass, che cortocircuitano simbioticamente le informazioni che essi contengono. Nella costituzione di queste sculture installate sono presenti hardware e software contemporaneamente e solo una analisi attenta può rivelare il significato riposto all’interno degli elementi usati alla sua realizzazione. Infine la ricerca costante delle caratteristiche umani o naturali come fonte originaria e primordiale che genera informazione anche se dissimulate in tracce o materiali non direttamente riconducibili ad esse.
Tuto ciò non e molto dissimile a quando pensiamo all’arte e al linguaggio che utilizza e alla nozione di vero e falso che rimane strettamente connesso al campo dell’arte ed anche paradossalmente a quello del lancio di algoritmi elettronici all’interno del web.
David Jablonowski è nato a Bochum (Germania) nel 1982. Vive e lavora ad Amsterdam NL.
Ha esposto recentemente in musei con personali al Westfälischer Kunstverein, Münster, Germany Baltic Center of Art, Newcastle UK – Prosumer, Gemeentemuseum Den Haag, The Netherlands
lavora con gallerie internazionali a Berlino, Amsterdam e Londra